Dal cemento al legno, il nuovo lido di Bellaria dal basso impatto ambientale

2023-03-23 15:10:34 By : Ms. Joyce Lin

Un progetto per creare un unico stabilimento balneare polifunzionale, prevedendo un restyling delle strutture ormai obsolete con un’idea innovativa che predilige soluzioni green a basso impatto ambientale. È il focus dell’intervento di accorpamento tra il ‘’Bagno Gori 16 e 17 ’’ e il ‘’Bar Delfino” a Bellaria Igea Marina, curato dallo studio Lombardini Beach Design, specializzato in architettura balneare.

Il progetto propone la creazione di un nuovo tipo di offerta turistica coniugando polivalenza e nuova organizzazione degli spazi, basandosi su un intervento a basso impatto ambientale che sostituisce le vecchie cabine in cemento ormai obsolete con delle nuove in legno e materiali ecocompatibili. L’intervento prevede la totale ricostruzione dello stabilimento a seguito della demolizione del vecchio, accorpando anche il chiosco bar al fine di dare una maggiore e più completa offerta turistica agli ospiti della spiaggia.

Il nuovo stabilimento, ribattezzato “Vicolo di Levante”, si suddivide in due blocchi, secondo quanto previsto dal nuovo piano dell’arenile di Bellaria Igea Marina in caso di accorpamento di più società. Un blocco sarà dedicato a stabilimento balneare, contenente tutte le sue funzioni dedicate alla balneazione e ai servizi di spiaggia, e il secondo blocco sarà destinato a bar e piccola ristorazione, con area esterna composta da pergolati frangisole per il consumo di cibo e bevande all’aperto.

L’intervento si prefigge di garantire il massimo comfort agli utilizzatori della spiaggia, prevedendo la creazione di percorsi pedonali per i disabili che saranno posati a secco sulla sabbia, un’area giochi per bambini tra i due corpi di fabbrica per offrire un servizio alle famiglie integrato alla nuove dotazioni balneari e di pubblico esercizio, un campo da bocce, aree verdi con piantumazioni tipiche per l’abbellimento delle aree esterne perimetrali, un adeguato numero di docce e cabine spogliatoio al fine di garantire il soggiorno nel più totale relax.

Sarà inoltre presente una nuova illuminazione dello stabilimento con tonalità tenui e calde.

Il progetto è caratterizzato da uno stile ‘’vintage’’: infatti le cabine prefabbricate saranno in legno, con design e colori che richiamano i primi stabilimenti italiani sorti appunto sulla costa adriatica romagnola. Tale sistema consente una grande reversibilità dell’impianto, che potrà anche essere facilmente smontato in caso di necessità con il minimo di dispendio di risorse.

Lo stabilimento sarà fornito di impianto fotovoltaico per garantire il fabbisogno energetico giornaliero della struttura, e durante i mesi invernali produrrà energia che verrà immessa nella rete pubblica. È inoltre prevista l’installazione di un sistema di recupero delle acque piovane onde diminuire il consumo di acqua potabile, attraverso l’interramento di una cisterna per lo stoccaggio dell’acqua piovana proveniente dalle coperture dei corpi di fabbrica.

Sempre per diminuire il consumo di acqua potabile, verranno riutilizzate le acque provenienti dalle docce. Nello specifico è stato interrato un impianto di filtraggio composto da un modulo de-sabbiatore, da uno de-saponatore e da una vasca di stoccaggio. Una pompa porta così le acque grigie a una vasca di accumulo posta in posizione sopraelevata che, per caduta, fornisce l’acqua alle cassette di scarico dei wc e per l’irrigazione delle aree verdi.

L’intervento di ricostruzione del Bagno Gori e del nuovo Bar Delfino ha lo scopo di riqualificare la porzione di lungomare interessata dal progetto, integrandosi con il nuovo waterfront di Bellaria Igea Marina in fase di costruzione. I nuovi manufatti si integrano maggiormente nel contesto esistente grazie al loro contenimento in altezza.

Il progetto appare decisamente meno impattate rispetto all’esistente per forme, dimensioni e materiali, con colorazioni chiare e legno che sono decisamente più adatti a un litorale di nuova concezione e alla destinazione d’uso dello stabile. L’intervento comunale del nuovo lungomare darà sicuramente maggiore lustro alla località di Bellaria Igea Marina, e si spera di contribuire con questa nuova soluzione progettuale al miglioramento della qualità del territorio.

Ecco un esempio magistrale per toccare con mano come le concessioni e l lidi nuovi non sono e non saranno necessariamente uguali a quello che c’era prima ma possono cambiare totalmente, per cui la teoria della “continuità aziendale” è una stupidaggine.

Io questo l’ho già fatto 3 anni fa, comprando un’azienda balneare che cadeva A PEZZI. Ho creato un “basamento” a palafitta in pali di legno di castagno, piantati nella sabbia solo per “pressione” e per effetto “ventosa” senza, quindi, 1 grammo di cemento. Il bar è un container, rivestito da legno riciclato, come è riciclato tutto il legno per la pavimentazione del dehor e dei vari camminamenti. Per evitare lo spreco idrico ho installato un sistema RFID con accensione e spegnimento automatico dell’acqua: ho ridotto del 45% i consumi. Tutto è di facile rimozione: a fine stagione lascio solo il “basamento”: tutto il resto dell’arenile è completamente libero. Invece non ho potuto installare il fotovoltaico perchè, nonostante le decantate semplificazioni, per un discorso di impatto ambientale non mi viene concessa questa opportunità (sarà meglio il tetto “spoglio” del container… va a capire). Ero talmente avanti con il progetto di autofornitura energetica che ho già i rendering completi finiti. Ma niente… Ho ingresso adatto ai disabili, bagno disabili 2,5*2,5, quest’anno – sempre nel bagno – ricaverò anche un angolo doccia per dar modo ad un disabile in carrozzina di potersi sciaquare. Oltre alla doccia fredda, offro ai miei clienti l’acqua tiepida, perchè con un “gioco di serpentine” riesco a scaldare l’acqua con il calore del sole. Quindi perchè dovrei far pagare l’acqua calda, quando il calore me lo produce il sole? Ho un progetto approvato di una pedana su palafitta 6*6 in legno sulla quale avrei creato 2 postazioni disabili ma che non ho realizzato perchè ho già speso 450.000€ in 3 anni e, visto che ormai – in maniera generalista, oserei dire alquanto ignorante – noi balneari siamo visti (purtroppo anche da te) tutti come sanguisughe, non capendo invece quanto sia difficile (moralmente e fisicamente) e dispendioso economicamente lavorare nel nostro settore, ho preferito rinunciare per vedere come si metteranno le cose. Considerando il fatto che tutti questi investimenti li facciamo io e mia moglie, col nostro sudore, cercando nel frattempo di crescere un bimbo di 4 anni, moralmente mi sento a posto. E se commento questo articolo, come te, è perchè mi piace studiare, mi piace innovare, mi piace capire cosa potrei ancora migliorare, ma soprattutto rispetto l’ambiente e il litorale che mi ospita. Da notare che negli articoli dove si parla di proroghe, politica, ecc… ci sono 40 commenti. Qui siamo in 2. Per fare tutto ciò ho il conto economico chiaramente in passivo, mentre lo stato patrimoniale è ovviamente in ottima salute, visto che ogni anno cresce la quota mutuo versata, il debito scende e crescono i beni strumentali. MA TANTO TUTTE QUESTE “BELLE PENSATE” NON SERVONO A NIENTE. SERVONO SOLO A DIRMI DA SOLO CHE SONO BRAVO. Perchè tanto finisco nel “calderone” delle sanguisughe. Ho acquistato un’azienda che era la vergogna di un lungomare e l’ho trasformata in una bomboniera di 38 ombrelloni e 2 baldacchini, un bar di 7mq interni con un dehor di 8mq dove io e mia moglie ci facciamo il mazzo 7 mesi di fila, 12/14 ore al giorno. Apriamo ad Aprile e chiudiamo a fine Ottobre: starei aperto tutto l’anno se non fosse che, dove ho io la concessione, è una zona senza protezioni, dove già d’estate è quasi impossibile sfruttare tutti i mq della concessione, perchè invasa dal mare.

Ti scrivo questo perchè magari, dal punto di vista legale, sarò indifendibile (anche se, secondo me, dovrebbe essere – per lo stesso principio – indifendibile il Comune che mi ha rilasciato una Concessione al 2033, il Notaio che – sulla base della concessione al 2033 – ha autorizzato il mutuo, il Notaio che poi ha definito l’atto di acquisto/cessione, la banca che mi ha concesso il mutuo con piano di rientro al 31/12/2033, il SID che ha ricevuto tutte le informazioni di compravendita…), ma dal punto di vista morale ed imprenditoriale, non mi sento di sfruttare nulla, non mi sento un privilegiato e non rubo nulla alla collettività. Se non erro sei un avvocato: io sono laureato in altro settore. Non sono pratico in questioni giuridiche, però una cosa la so: se aiuto – anche inconsapevolmente – qualcuno a commettere un omicidio, e non mi costituisco, divento complice. E ne subisco le ripercussioni penali. Perchè invece, dato che di fatto mi si dice che sono stato “un pirla” a comprare un’azienda balneare nel 2019, rimango l’unico “assassino”? In fondo se l’incertezza normativa doveva essere nota per me, figuriamoci per un Comune, per un Notaio, per il Cessionario, per il SID, per l’altro Notaio, ecc ecc… In 3 anni (il 2023 sarà il 4° anno) ho acquisito una clientela fidelizzata, che riconferma alla cieca da un anno all’altro, perchè si fidano di noi. Sanno che li trattiamo nel miglior modo possibile, sia col servizio che con il prezzo. Mi capita anche, e non raramente, di “regalare” una giornata, un pomeriggio, qualche ora a persone che magari non riuscirebbero a spendere 30€ o magari a persone anziane che vengono 2 ore al pomeriggio… e loro, quasi per riconoscenza, per ringraziamento, poi vengono a bere il caffè, a fare merenda… la settimana scorsa proprio una coppia di turisti anziani, ai quali “regalo” 1 o 2 ore di spiaggia in settimana a luglio, mi ha telefonato perchè erano venuti qualche giorno al mare a respirare un po’ di aria buona e ci ha invitati fuori a pranzo! A me, mia moglie e mio figlio! E queste cose, fidati, valgono più dei 10€ che ho perso quel giorno. Ma anche in questo caso sono storielle che mi racconto allo specchio… che hanno un grande valore morale per me e la mia famiglia, ma che non mi portano a niente. Però, sperando che vorrai leggermi ed interpretarmi con la massima onestà intellettuale, ti chiedo: Perchè non mi deve essere riconosciuto l’investimento che ha portato oggettive migliorie alla CdM? Investimento che, per questioni di immagine, decoro, salute pubblica, sicurezza ha fatto decisamente comodo al Comune dove ho l’azienda; Perchè – ad esempio – non si è mai pensato di parlare di quelle aziende “in linea” con quello che vorrebbe l’opinione pubblica ovvero in regola con i pagamenti, con il valore della concessione in linea con il fatturato, con assunzioni regolari e versamenti pagati, e prevedere la proroga al 2033 (che quindi non sarebbe generalizzata) fino al rientro dell’investimento, basandosi sui numeri messi nero su bianco ad una certa data retrodatata (in modo da evitare furberie di persone che, magari, per 20 anni non hanno cambiato nemmeno un bullone e invece, magicamente, diventano “imprenditori illuminati”)? Perchè non distingure mai tra aziende virtuose con imprenditori virtuosi che hanno investimenti in essere e quindi dare loro modo di coprire i debiti contratti e magari avere una giusta remunerazione professionale? (sono pirla, ma non faccio beneficenza). Nel mio Comune siamo in 2 ad aver acquistato negli ultimi 3 anni: io con la mia società e 3 fratelli con la loro società. Tutti under 45. Tutti con famiglie. Tutti con bambini piccoli. Premettendo che nel Comune dove ho l’attività ci sono circa 30 CdM, sarebbe così difficile allora “fotografare” la situazione reale? Sarebbe così difficile fare una verifica contabile? Verificare un bilancio? Non sarebbe giusto dare la potestà al Consiglio Comunale di valutare, caso per caso, le singole CdM – verificandone investimenti in essere, congruità paesaggistiche, ambientali, ecc??? (se noti ho parlato di Consiglio Comunale e non di Sindaco, per evitare marchette scandalose).

Scusa lo sfogo, so che la pensi diversamente da me. Però io credo che il settore viva già in concorrenza: i prezzi delle compravendite sono molto alti, a volte inaccessibili, ma perchè anche i ricavi sono alti. E non è nemmeno più vera la leggenda degli evasori totali: abbiamo tanti di quei controlli (costiera, finanza, vigili urbani, NAS, ASL) e tante di quelle spese “in chiaro” che è da pazzi fare “nero”. E quindi le compravendite vengono fatte su valori reali, sui quali vengono pagate tasse (io ad esempio, solo per l’acquisto, ho pagato 13.000€ di imposte, e sono una pulce…).

Concludo con un pensiero: è vero che i prezzi molto alti per l’acquisto di aziende balneari frenano il mercato e frenano la concorrenza. E’ vero che spesso nei comuni costieri non ci sono, di fatto, nuove aree concedibili. Però, e questo spero lo si capisca perchè è la base del mercato, anche una concessione ottenuta tramite gara non sarà gratis: fidejussioni per la durata della concessione, attivazione strutturale della nuova impresa, qualche anno di “pratica” per arrivare a regime… faccio un esempio pratico: la gara ti “toglie” il pagamento del valore aziendale, ma non ti esime da investimenti. Io ho comprato avviamento, ma anche attrezzature. Ho “comprato” anche l’affiancamento, ho comprato un camion, attrezzi da lavoro specifici. Ho comprato autorizzazioni che non sapevo manco esistessero. Ho comprato Know How. Diciamo che l’avviamento mi sia cubato un 50%, molti soldi. Ma in questi molti soldi, grazie all’affiancamento, ho imparato – banalmente – a costruire un basamento a palafitta, ho imparato ad allestire lo stabilimento, ho imparato i pregi e i difetti della concessione, ho imparato a immagazzinare, ho imparato a fare manutenzione, anche solo il rispetto delle regole demaniali, delle ordinanze, ecc… Per darti un’idea, fossi partito da zero, dalla sabbia, avrei sicuramente risparmiato, ma adesso sarei ancora lì a cercare di capire determinate cose. E comunque, nel mio piccolo, dovessi ripartire dalla sabbia domani mattina, dovrei investire almeno 250.000€ per arrivare a dove sono oggi. e credo che avrei già preso minimo 15/20.000€ di sanzioni per mancate autorizzazioni, perchè noi dobbiamo avere tutto in regola, ma nessuno sa esattamente cosa ci voglia per essere in regola! Non mi sembra un investimento da poco e, ribadisco, la mia spiaggia è un fazzoletto: ho assistito con i miei occhi a stabilimenti balneari che eseguono le operazioni di montaggio/smontaggio con 7-8 operai, che utilizzano 5-6 magazzini per stoccare i materiali, che hanno camion, camion gru, muletti, motocarri, ecc… e solo per montare UNO stabilimento balneare!!

Perchè tutti quanti vedono il bello delle cose: tutti pensiamo che il lavoro degli altri sia migliore, meglio retribuito, più facile, meno stressante… il nostro lavoro è difficilissimo!!!

Sono sicuro – visto che mi rivolgo a una persona che ha una certa cultura, non solo della materia – che capirai il mio stato d’animo. Sono sicuro che capirai quanto posso essere frustrato quando leggo commenti cattivi e insensati nei confronti del “balneare medio” dipinto come ladro, usurpatore, sfruttatore, evasore.

Grazie. Un bellissimo intervento, ragionato oltre che sentito. E meritevole di ogni stima e rispetto, oltre che comprensione e a tratti pure condivisione, almeno umanamente e moralmente. Una risposta all’altezza merita un impegno e del tempo che spero di avere presto. Posso però dire da subito che non ho mai considerato né definito i balneari, tutti o individualmente, come “sanguisughe” o simili, e neppure come dei “pirla”. Anzi sono o dovrebbero essere degli imprenditori commerciali avveduti e come tali soggetti all’onere di conoscenza ed interpretazione esatta delle leggi e norme del settore, compreso peraltro il c.d. rischio normativo che fa parte di quello d’impresa che è una libertà, non un diritto). E personalmente vorrei solo che (sia accertato che) chi gestisce una risorsa collettiva sottraendone la libera fruizione alla generalità sia il migliore e più meritevole per farlo, anche nell’interesse generale come previsto e richiesto dalla legge. Uno con la tua competenza, passione e cura lo è senz’altro e non ho alcun dubbio che non avrà difficoltà a dimostrarlo. Sul resto spero di poter tornare e rispondere presto. Grazie ancora.

Un’ investimento copioso per poi magari andarsene a breve termine…regalando tutto al prossimo.. forse ci sta nel suo giardino.

Tommy sei fin’ora l’unico che ha descritto quasi con precisione cosa significa essere un concessionario… ma tanto AL SUCK KUK O COSA no gli ne può fregar di meno… brutte sorprese avranno i prossimi concessionari che vinceranno le gare perché non sanno a cosa vanno in contro… e che fortuna voglia non siano vittime di qualche mareggiata. Arrivederci

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