UN Water Conference: senza risolvere “i guai seri” dell’acqua addio futuro sostenibile – La Voce di New York

2023-03-23 15:15:43 By : Ms. nancy wang

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

A wide view as Emomali Rahmon (centre left at dais), President of the Republic of Tajikistan, and King Willem-Alexander of the Netherlands (centre right at dais) open the United Nations Conference on the Midterm Comprehensive Review of the Implementation of the Objectives of the International Decade for Action “Water for Sustainable Development”, 2018–2028. (UN Photo/Rick Bajornas)

Ha parlato pure un re all’apertura della UN Water Conference, insieme a presidenti (uno) e tanti ministri, che mercoledì mattina partecipavano allo “storico” vertice all’Assemblea Generale dell’ONU. Perché storico? Non si voterà un trattato internazionale “binding”, come fu per quello recente d’alto mare, cioè vincolante per tutti i paesi membri dell’ONU e che costringerebbe all’azione per salvaguardare l’acqua e le risorse idriche del mondo. No, nessun documento del genere è previsto alla fine di questa mega riunione. Allora perché è stato definito storico? A quanto pare perché non si teneva un evento all’ONU concentrato solo sull’acqua da quasi cinquant’anni e questo fatto lo rende sicuramente un evento raro, poi, er quanto riguarda la storia, meglio aspettare un po’.

Che le risorse idriche vitali per il mondo si trovino sotto stress, col rischio di esaurirsi per l’inquinamento e la mal gestione, questo è accertato. Quindi, anche se con troppi anni di ritardo, è importante che tanti dignitari dei paesi del mondo si siano dati appuntamento presso la sede di New York delle Nazioni Unite per cercare di capire come affrontare quella che è diventata una crisi globale multiforme, prima che sia troppo tardi.

L’evento di tre giorni, co-ospitato dall’Olanda, o meglio Regno dei Paesi Bassi e dal Tagikistan, cade a metà strada dalla data fissata per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), che dal 2015, includono la promessa di garantire a tutte le persone l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari entro il 2030.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, all’apertura dei lavori in Assemblea Generale,  ha sottolineato che l’acqua è un diritto umano, fondamentale per lo sviluppo di un futuro globale migliore. “Ma l’acqua è in guai seri”, ha avvertito Guterres. “Stiamo prosciugando la linfa vitale dell’umanità attraverso il consumo eccessivo e l’uso insostenibile dei ‘vampiri’, facendola evaporare attraverso il riscaldamento globale. Abbiamo interrotto il ciclo dell’acqua, distrutto ecosistemi e contaminato le falde acquifere”.

Il capo delle Nazioni Unite ha osservato che quasi tre disastri naturali su quattro sono legati all’acqua e un quarto del pianeta vive senza servizi idrici gestiti in modo sicuro o acqua potabile pulita. Inoltre, 1,7 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici di base, mezzo miliardo di persone praticano la defecazione all’aperto e milioni di ragazze trascorrono ore ogni giorno solo per andare a prendere l’acqua.

I leader presenti alla conferenza sono stati chiamati da Guterres a trovare soluzioni rivoluzionarie alla crisi idrica globale, caratterizzata da “troppa acqua”, ad esempio tempeste e inondazioni; “troppo poca acqua”, come siccità e scarsità di acque sotterranee, e “acqua troppo sporca”, come fonti inquinate per bere. “Questa conferenza deve rappresentare un salto di qualità nella capacità degli Stati membri e della comunità internazionale di riconoscere e agire sull’importanza vitale dell’acqua per la sostenibilità del nostro mondo e come strumento per promuovere la pace e la cooperazione internazionale”, ha dichiarato il Segretario generale dell’Onu.

Guterres ha chiesto di agire in quattro aree chiave, a cominciare dal colmare quello che ha definito “il divario nella gestione dell’acqua”. Ha affermato che i governi devono sviluppare e attuare piani che garantiscano un accesso equo all’acqua per tutte le persone, promuovendo al contempo la conservazione dell’acqua, e devono lavorare insieme per gestire congiuntamente questa preziosa risorsa.

Il suo secondo punto, sulla necessità di massicci investimenti nei sistemi idrici e igienico-sanitari, ha evidenziato la proposta del piano di stimolo SDG e le riforme dell’architettura finanziaria globale volte a incrementare gli investimenti nello sviluppo sostenibile. “Le istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero sviluppare modi creativi per estendere i finanziamenti e accelerare la riallocazione dei diritti speciali di prelievo. E le banche multilaterali di sviluppo dovrebbero continuare ad espandere i propri portafogli in materia di acqua e servizi igienico-sanitari per sostenere i paesi che ne hanno un disperato bisogno”, ha affermato Guterres.

Nel suo terzo punto, Guterres si è concentrato sulla resilienza perché “non possiamo gestire questa emergenza del 21° secolo con infrastrutture di un’altra epoca”. Guterres ha quindi chiesto investimenti in condutture resistenti ai disastri, infrastrutture per la fornitura di acqua e impianti di trattamento delle acque reflue e in nuovi modi per riciclare e conservare l’acqua. La comunità internazionale avrà anche bisogno di sistemi alimentari intelligenti per il clima e la biodiversità che riducano le emissioni di metano e il consumo di acqua, e un nuovo sistema informativo globale per prevedere il fabbisogno idrico in tempo reale. Investire significa anche garantire ogni persona nel mondo sia coperta da sistemi di allerta precoce contro i disastri climatici o meteorologici, oltre a esplorare nuove partnership pubblico-private.

Il Segretario generale dell’ONU, infine, nel suo ultimo punto ha anche chiesto di affrontare il cambiamento climatico: “L’azione per il clima e un futuro idrico sostenibile sono due facce della stessa medaglia”, ha affermato, esortando i paesi a “non risparmiare sforzi” per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e garantire giustizia climatica ai paesi in via di sviluppo. Guterres ha ricordato la sua proposta alle nazioni più industrializzate del G20 di istituire un Patto di solidarietà per il clima in cui tutti i grandi emettitori facciano ulteriori sforzi per ridurre le emissioni.

Nel suo intervento, il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite Csaba Kőrösi ha osservato che la comunità internazionale si trova ora a un momento di svolta: “Sappiamo che non possiamo mantenere la nostra promessa di sostenibilità, stabilità economica e benessere globale accelerando le soluzioni convenzionali”, ha affermato. “Non abbiamo abbastanza tempo. Semplicemente non c’è più abbastanza acqua fresca nel pianeta”.

The world is watching us.

This #WaterAction conference is not a venue to negotiate positions, advantages, & compromise.

I invite you to deliberate solutions that are science based, sustainable, pragmatic and in solidarity.

Full remarks: https://t.co/8Lm3nM0rxX pic.twitter.com/xA2LtJO7Zq

— UN GA President (@UN_PGA) March 22, 2023

Kőrösi ha affermato che la comunità internazionale deve riconoscere che l’acqua è “un bene comune globale e adeguare di conseguenza la politica, la legislazione e il finanziamento”, esortando i paesi “a lavorare a favore delle persone e del pianeta, non della procrastinazione e del profitto”. Ha chiesto politiche integrate per l’uso del suolo, l’acqua e il clima, che renderebbero l’acqua “una leva di mitigazione e adattamento al clima”, che costruirà anche la resilienza, sia per le persone che per la natura, e affronterà la crescente fame in tutto il mondo. “Possiamo lavorare insieme per potenziare gli stati e le parti interessate attraverso il sistema globale di informazioni sull’acqua che è la nostra assicurazione sulla vita per risolvere il dilemma della disponibilità, della domanda e dello stoccaggio dell’acqua”, ha affermato. Kőrösi ha sottolineato che la conferenza “non è un luogo per negoziare posizioni, vantaggi e compromessi” e ha esortato i leader “a deliberare soluzioni basate sulla scienza, sostenibili, pragmatiche e solidali”.

All’inaugurazione della conferenza, il presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon, e il re olandese Willem-Alexander, sono stati eletti presidenti dell’evento. Il presidente Rahmon ha affermato che la conferenza è “davvero storica”, sia per promuovere una chiara comprensione delle gravi sfide poste dalla crisi idrica sia per esplorare soluzioni efficaci per affrontarla. “A questo proposito, è necessario compiere sforzi congiunti per raggiungere risultati specifici e dare seguito all’accordo raggiunto, al fine di soddisfare degnamente le attese della comunità internazionale”, ha affermato il leader tagiko, parlando di come il Tagikistan possieda abbondanti fonti di acqua potabile, che sono minacciate dai cambiamenti climatici. Migliaia di ghiacciai si sono completamente sciolti negli ultimi decenni. Ha proposto di istituire specifici programmi nazionali, regionali e internazionali per la conservazione e l’uso efficace di tutte le fonti d’acqua. “Perseguire questa iniziativa è effettivamente coerente con i nostri impegni nell’attuazione dell’agenda globale per il clima e richiede una proficua cooperazione con tutti i partner”, ha affermato Rahmon. “Di conseguenza, dovrebbero essere sviluppati e implementati meccanismi moderni e affidabili per l’approvvigionamento idrico e una gestione efficace delle questioni relative all’acqua”. Il presidente tagiko ha inoltre proposto di tenere la prossima conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua in Tagikistan nel 2028.

Il re d’Olanda Willem-Alexander ha affermato che sebbene il suo paese dalle coste basse, che comprende diverse isole dei Caraibi, e il Tagikistan sia montuoso senza sbocco sul mare “possano sembrare una strana coppia”, insieme rappresentano “virtualmente l’intero mondo dell’acqua”. Willem-Alexander ha detto di essere incoraggiato dal fatto che così tanti Stati membri delle Nazioni Unite partecipino alla conferenza, insieme a parti interessate di entità come aziende, città, gruppi indigeni, organizzazioni femminili e istituti scientifici. “Sono anche felice di vedere che la generazione più giovane è molto motivata e pronta ad aiutare a trovare soluzioni”, ha aggiunto. “Ma come hanno detto loro stessi, non possiamo lasciare a loro la soluzione dei problemi. È nostra responsabilità fare tutto il possibile”.

Il re olandese ha offerto un consiglio ai partecipanti, esortandoli a “cercare la compagnia di coloro che sono fuori dai vostri campi”. Ad esempio, i diplomatici dovrebbero incontrare gli ingegneri, mentre un rappresentante della società civile dovrebbe prendere un caffè con qualcuno che lavora nella finanza. “Se hai più di 50 anni, parla con qualcuno più giovane. E se vivi in ​​Europa, rivolgi la tua attenzione all’Africa o all’Asia, o viceversa”, ha consigliato il re olandese. “Segui l’esempio della Repubblica del Tagikistan e del Regno dei Paesi Bassi. Vedi la collaborazione nelle acque torbide dei contrasti. L’acqua è il nostro terreno comune. C’è così tanto da scoprire e ottenere”.

L’ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU Linda Thomas Greenfield ha annunciato, nella Giornata mondiale del dell’acqua e all’apertura della UN Water Conference, “che gli Stati Uniti stanno impegnando 49 miliardi di dollari per investimenti idrici e igienico-sanitari equi e resistenti al clima, a casa e in tutto il mondo”. Per Thomas-Greenfield “quel numero significativo dovrebbe dimostrare quanto prendiamo sul serio la sicurezza idrica. Questi investimenti contribuiranno a creare posti di lavoro, prevenire i conflitti, salvaguardare la salute pubblica, ridurre il rischio di carestia e fame e consentirci di rispondere ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali”.

L’ambasciatrice USA ha spiegato che “questo annuncio si basa sul primo piano d’azione della Casa Bianca sulla sicurezza idrica globale, un approccio innovativo e unificato che riunisce gli strumenti diplomatici e di sviluppo degli Stati Uniti, nonché la scienza e la tecnologia, per rispondere all’insicurezza idrica in tutto il mondo”.

Thomas-Greenfield ha ricordato uno studio del 2022 dell’Università della California di Los Angeles in cui è stimato che quasi la metà della popolazione mondiale soffrirà di un grave stress idrico entro il 2030. “Questa è una crisi. Una che colpisce le persone in tutto il mondo. E che richiede azioni concrete”. Thomas Greenfield ha poi concluso: “Questa crisi globale richiede una cooperazione globale. Il Consiglio di sicurezza deve affrontare la questione della scarsità d’acqua, soprattutto perché sappiamo che la scarsità d’acqua esacerba i conflitti e sconvolge la pace e la sicurezza. Senza acqua non può esserci cibo. Non può esserci pace. Non può esserci vita. Dobbiamo costruire un futuro in cui l’acqua sicura scorra liberamente per tutti”.

Alla domande che non essendoci alcun accordo vincolante alla fine di questa conferenza, non ci sia il pericolo che diventi solo una festa di discorsi, l’ambasciatrice degli Stati Uniti ha risposto: “Questa è la prima volta che ci riuniamo dal 1977. Il mondo è cambiato in modo significativo da quel momento e dobbiamo affrontare la crisi che è a portata di mano. Quindi, è più che un talkfest. Non è previsto alcun accordo da questo, ma penso che ci saranno impegni presi”.

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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